Dottrina / Riviste

Il correttivo al Codice della crisi d'impresa detta le linee per definire l'adeguatezza della gestione

27 Luglio 2022 |
Con il nuovo codice della crisi d'impresa l'ambito operativo dell'imprenditore si contorna di nuovi confini, sarà, infatti, soggetto alla verifica del dovere di adeguatezza, contraltare al suo ruolo di dominus dell'organizzazione aziendale. La correttezza gestionale rappresenta non solo la conditio sine qua non dell'attività imprenditoriale, destinata a preservare l'organizzazione aziendale dai rischi della crisi d'impresa, ma anche un ulteriore elemento di responsabilità in capo all'imprenditore.
Sommario
Dal codice civile al codice della crisi d'impresa: il ruolo dell'imprenditore

Nella sua formulazione originaria, l'art. 2086 c.c. individuava nell'imprenditore il capo dell'impresa, dal quale dipendono gerarchicamente i suoi collaboratori, soggetti al vincolo della subordinazione contenuto dall'art. 2094 c.c., dovendosi adoperare con la diligenza richiesta dall'art. 2104 c.c..

Si trattava del riconoscimento dello schema, tipico per l'epoca, della organizzazione aziendale, che assegnava al datore di lavoro ogni prerogativa gestionale, rispetto ai propri dipendenti, obbligati a rendere la prestazione lavorativa sotto la sua direzione.

Con il Codice della crisi d'impresa il testo è ampliato, e con esso il rilievo delle finalità aziendali e dei conseguenti obblighi, così che al potere tipico dell'imprenditore come dominus dell'impresa, si accompagna il dovere di gestirla secondo canoni di adeguatezza, utili a preservarne l'efficienza e ad evitarne la crisi. Il mantenimento dell'organizzazione produttiva e del livello occupazionale che ne deriva, integra perciò il contenuto dei doveri fondamentali dell'imprenditore e ne vincola oggettivamente l'esercizio, orientando la stessa attivit...

Contenuto riservato agli abbonati.
Vuoi consultarlo integralmente?

Sei un abbonato

Non sei un abbonato

Se vuoi maggiori informazioni contatta il tuo agente di zona