Dottrina / Riviste

Licenziamento disciplinare: come e quando irrogare la sanzione

24 Giugno 2022 |
Simone Cagliano
In caso di grave inadempimento del lavoratore, il datore di lavoro può risolvere il contratto attraverso il licenziamento disciplinare. È necessario che il datore di lavoro contesti il comportamento illegittimo nei modi e tempi definiti dallo Statuto dei lavoratori. Ci sono delle differenze tra le piccole aziende e le grandi organizzazioni? Chi è il soggetto titolato a irrogare il licenziamento? Entro quando va irrogata la sanzione dall'infrazione?
Sommario
Contestazione e provvedimento disciplinare

Il licenziamento rappresenta una delle cause di cessazione del rapporto di lavoro e può essere determinato in presenza di un giustificato motivo oggettivo o soggettivo o di giusta causa.

Gli ambiti strettamente riconducili al giustificato motivo soggettivo e alla giusta causa, in particolare, hanno un fondamento disciplinare scaturente da un grave inadempimento del lavoratore. Fermo restando che il giudizio sulla proporzionalità o adeguatezza tra fatto addebitato e sanzione è rimesso al giudice di merito ed è insindacabile se sorretto da adeguata motivazione, in tale ambito, talvolta, si riscontrano talune criticità da cui può derivare successivamente l'illegittimità dell'atto. A tal fine, dunque, si ritiene utile chiarire, attraverso l'analisi di specifiche sentenze della Corte di Cassazione, alcune casistiche legate a tale fattispecie.

Il potere disciplinare, attribuito al datore di lavoro dall'art. 2106 c.c., è funzionale ad ottenere l'esatto adempimento della prestazione contrattuale secondo le mutevoli esigenze nel tempo dell'attività d'impresa. Il potere di infliggere sanzioni disciplinari e di proporzionare la gravità dell'illeci...

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