Lotta al caporalato: la tutela dei lavoratori stranieri16 Settembre 2025
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Massima E' configurabile il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù connesso alla violazione di norme poste a tutela del lavoratore, in presenza di una condotta dedita all'approfittamento, da parte del soggetto attivo (c.d. caporale), di una situazione di "vulnerabilità" di lavoratori stranieri, ovvero di uno stato di fragilità, tali da indurli ad accettare condizioni lavorative e abitativo-alloggiative inadeguate, pur di non perdere l'opportunità di assicurarsi la sopravvivenza, anche se non totalmente privi di autonomia come il godimento, nella specie, di una certa libertà di movimento. Il caso La sentenza, una delle prime in questa materia, ha ad oggetto il fenomeno del "caporalato" in Italia, ed in particolare l'intermediazione illecita e lo sfruttamento di manodopera. I fatti contestati agli imputati si snodano nell'arco temporale compreso fra il 2008 ed il 2011, nella zona di Nardò in Puglia, dove numerosi lavoratori, prevalentemente extracomunitari, erano stati impiegati in lavori agricoli, in condizioni di sfruttamento precarie. Gli imputati venivano tratti a giudizio per i reati quali la riduzione in schiavitù o servitù, estorsione, violenza privata,... Contenuto riservato agli abbonati. |