Dottrina / Riviste

Il licenziamento per riduzione dei costi

13 Dicembre 2024 |

Il datore di lavoro può interrompere un rapporto di lavoro al solo scopo di ridurre i costi di gestione della propria organizzazione, purché vengano rispettate regole precise previste, dalla legge e dalla giurisprudenza, sia per l’individuazione della figura professionale con la quale interrompere la relazione lavorativa, sia per garantire che non vi siano altri strumenti per salvaguardare il livello occupazionale.

I motivi di licenziamento

È noto che un imprenditore può interrompere un rapporto di lavoro principalmente per due ragioni:

  • quale conseguenza di un inadempimento del dipendente alle obbligazioni correlate al rapporto di lavoro, oppure;
  • per motivi connessi all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.

Nel primo caso l'iter che conduce al licenziamento deve essere preceduto dalla procedura disciplinare (ex art. 7 Statuto dei Lavoratori unitamente alle previsioni disciplinari previste dal contratto collettivo applicato), ed approderà ad un licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo. Nel secondo caso, invece, la risoluzione del rapporto si perfeziona con una comunicazione scritta - salvi i casi di assunti prima del 7 marzo 2015 da aziende con oltre 15 dipendenti, per i quali è prevista una procedura di conciliazione preventiva avanti all'Ispettorato Territoriale del lavoro - e si parla di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (di seguito anche GMO), o di licenziamento per “motivi economici”. Nell'ambito di tale seconda opzione rientrano sicuramente le ipotesi in cui il datore di lavoro decida di in...

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