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Whistleblowing: adempimenti del datore di lavoro29 Gennaio 2024
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I datori di lavoro, in seguito all'entrata in vigore della disciplina sul whistleblowing (D.Lgs. 24/2023), hanno l'obbligo di istituire un canale di segnalazione interna delle violazioni che ledono l'interesse pubblico o l'integrità dell'amministrazione pubblica o dell'ente privato. La violazione degli obblighi previsti dalla legge comporta l'applicazione di sanzioni amministrative fino a € 50.000. Il whistleblowing Dal 15 luglio 2023, per le aziende con almeno 250 dipendenti, e dal 17 dicembre 2023 per le aziende con un requisito dimensionale compreso tra i 50 e i 249 lavoratori dipendenti, i datori di lavoro devono provvedere a conformarsi a quanto disposto dal D.Lgs. 24/2023 per quel che attiene alle procedure di segnalazione interna di illeciti, oggi identificata con il termine inglese di “whistleblowing”. Con il termine whistleblowing si identifica quella specifica procedura – inizialmente prevista solo per la Pubblica Amministrazione e poi estesa anche al lavoro privato – tramite la quale i lavoratori possono segnalare all'Autorità eventuali comportamenti illeciti o attività fraudolente effettuate dal datore di lavoro, o da un suo preposto, affinché si provveda all'intervento e al rispetto della legge. Già da tempo la giurisprudenza di legittimità aveva ampiamente escluso che il lavoratore potesse essere licenziato come conseguenza della segnalazione mossa, ovvero con applicazione dell'art. 2105 c.c., proprio in ragione di una particolare comparazione tra gli interessi in gioco (non da ultimo quello dell'ordine pubblico) ove la condotta del lavoratore si inserisce no... Contenuto riservato agli abbonati. |