Dottrina / Riviste

Gli enti sportivi dilettantistici

06 Febbraio 2024 |

Il panorama dello sport dilettantistico in Italia è caratterizzato dalla presenza capillare di enti sportivi dilettantistici, i quali, in virtù del D.Lgs. 36/2021, sono chiamati a operare all'interno di un quadro giuridico ben delineato. Questi enti, che possono assumere diverse forme giuridiche - associazioni sportive, società di capitali, cooperative o enti del terzo settore - si configurano come realtà senza scopo di lucro e sono tenuti a rispettare criteri stringenti in termini di costituzione, gestione e riconoscimento.

Le due principali tipologie di lavoro sportivo

La struttura giuridica di tali enti è delineata dalla normativa che impone il re-investimento degli utili o avanzi di gestione nell'attività statutaria limitando la distribuzione di utili ai soci o associati, sottolineando la loro natura non lucrativa. Le attività secondarie e strumentali sono ammesse solo se non prevalenti sulle attività principali e se conformi ai decreti ministeriali di settore.

L'iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, gestito dal Dipartimento per lo sport, è fondamentale per ottenere il riconoscimento ai fini sportivi e per l'accesso ai benefici fiscali previsti dalla normativa.

In merito al lavoro sportivo, il già citato decreto legislativo ha introdotto una regolamentazione specifica che stabilisce una significativa distinzione tra il lavoro sportivo svolto in ambito professionistico e quello dilettantistico. Al centro del sistema regolatorio, comunque, vi è il lavoratore sportivo che, ai sensi dell'art. 2 c. 1dd e dell'art. 25 D.Lgs. 36/2021, il legislatore individua nell'atleta, l'allenatore, l'istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico ...

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