Dottrina / Riviste

La certificazione della parità di genere tra benefici diretti e indiretti

29 Gennaio 2024 |

Al di là dei prioritari motivi sociali ed etici, a livello organizzativo e gestionale sono plurime le ragioni che possono stimolare il ricorso alla certificazione della parità di genere, da parte del datore di lavoro. Il Legislatore, infatti, ha appositamente costruito il sistema della predetta certificazione su un meccanismo di incentivazione, che è foriero di notevoli benefici per le organizzazioni certificate.

Sommario
Finailtà

Il “Sistema di certificazione della parità di genere” è un intervento previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.

In particolare, il Legislatore ha previsto e disciplinato la suddetta certificazione (L. 162/2021 e L. 234/2021), con l'ammirevole fine di garantire un sistema lavoristico più equo, mirando alla rimozione delle differenze di trattamento legate al genere, nel pieno rispetto dei dettami costituzionali (art. 3, Cost.).

Considerati gli eccellenti (e prioritari) propositi sociali ed etici, il Legislatore ha deciso di costruire il sistema della certificazione predisponendo uno stimolante meccanismo di incentivazione, anche detto “principio di premialità”, che permetta ai datori di lavoro certificati di godere di notevoli e variegati benefici.

Questi ultimi, più approfonditamente, si configurano nella maturazione diretta di diritti in ambito economico-contributivo, quali ad esempio il diritto allo sconto sulla contribuzione previdenziale oppure il diritto a talune facilitazioni nell'ambito degli appalti; tuttavia, nel vagliare le profittevoli consegue...

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