Decreto Aiuti bis: Smart working come politica di welfare aziendale27 Settembre 2022
|
Negli ultimi anni il lavoro agile, meglio conosciuto come smart working, è stato il protagonista delle trasformazioni organizzative che le imprese hanno messo in atto per far fronte alla pandemia da COVID-19, risultando una delle misure più efficaci di welfare aziendale.
Nonostante lo smart working non sia stato concepito propriamente come una forma di welfare - lo testimonia una disciplina normativa separata - nella pratica delle relazioni industriali, questi istituti si sono decisamente intrecciati. Infatti, è stato frequentemente riscontrato che nella contrattazione collettiva siano stati inseriti in una cornice più ampia di attività organizzative volte a migliorare l'equilibrio tra vita professionale e privata dei lavoratori. Già nella sua formulazione originale (L. 81/2017) il lavoro agile era stato pensato come una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro che ha tra gli scopi quello di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Ad oggi, il suo campo di applicazione è stato ampliato come uno strumento utile a favorire sì il bilanciamento tra sfera personale e lavorativa, ma anche per sostenere un risparmio in termini di costi e un positivo riflesso sulla produttività (vedi Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile del 9 dicembre 2021). Pertanto, promuovendo lo smart working all'interno del sistema impresa, sono due le maggiori conseguenze positive che si possono ottenere: da un ... ![]() Contenuto riservato agli abbonati. |