Lorem Riviste

Revoca della rivalutazione civilistica e altri impatti della rivalutazione

04 Aprile 2022 |
Sandro Cerato
Con la conversione del Sostegni-ter è stata data la possibilità di rinunciare alla rivalutazione civilistica operata nel bilancio 2020, inserendo così una nuova “opzione” per le imprese che intendono ovviare all'allungamento da 18 a 50 anni del periodo di deduzione dell'ammortamento delle immateriali rivalutate (tipicamente i marchi). Restano ferme le altre opzioni precedentemente previste.
Sommario
Premessa

Con la conversione in legge del decreto Sostegni-ter è stata introdotta anche la possibilità di revoca non solo degli effetti fiscali della rivalutazione, ma anche dell'operazione ai fini contabili, con conseguente ripristino della situazione ante rivalutazione. E' bene ricordare che la novità in questione è motivata dall'introduzione, ad opera della Legge di Bilancio 2022, del nuovo c. 8-ter dell'art. 110 DL 104/2020, il quale stabilisce che il maggior valore dei marchi oggetto di rivalutazione e dell'avviamento eventualmente riallineato deve essere dedotto in un periodo di 50 anni. Tale norma, introdotta in un momento successivo a quello in cui le società hanno operato la rivalutazione (avvenuta nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2020), ha penalizzato fortemente le società che hanno rivalutato o riallineato i valori delle immobilizzazioni immateriali anche facendo affidamento in un periodo di ammortamento molto più breve. Dal punto di vista oggettivo, l'art. 1 c. 624 L 234/2021 modifica il periodo di deduzione di alcuni beni oggetto di rivalutazione, ed in particolare con riguardo alle attività immateriali le cui quote di ammortamento, ai sensi dell'art. 103 TUIR, son...

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