Dottrina / Riviste

La sanatoria dei crediti ricerca e sviluppo e le richieste di correzione di Assonime

04 Novembre 2021 |
Dopo tante vicissitudini la sanatoria sui crediti d'imposta R&S ha visto la luce con la pubblicazione del Decreto fiscale. La disposizione è la dimostrazione delle obiettive condizioni di incertezza che hanno caratterizzato la disciplina, con tutto quello che ne potrà conseguire per quei contribuenti che hanno già ravveduto la propria posizione, con il pagamento degli interessi e delle sanzioni, sebbene in misura ridotta.
Sommario
Il tassello della sanatoria nel mosaico della disciplina

Dopo tante vicissitudini la sanatoria sui crediti d'imposta per ricerca e sviluppo ha visto la luce con la pubblicazione in GU del DL 146/2021 (c.d. Decreto fiscale).

Va detto che il “progetto legislativo” muove da lontano, quando già nel 2020 il portavoce del MISE aveva annunciato l'imminente approvazione di un provvedimento che avrebbe consentito alle imprese di “regolarizzare” la propria posizione.

Come autorevolmente sottolineato in questi giorni sulla stampa specializzata, la sanatoria è la chiara dimostrazione di come la normativa di cui all'art. 3 DL 145/2013 sia stata (forse) “mal interpretata” dai contribuenti, a causa però delle indicazioni contradittorie della stessa Agenzia delle Entrare che, almeno sino al 2018, ha fornito direttive che non facevano minimamente presagire a quelle che sarebbero state le contestazioni elevate successivamente, con l'utilizzo dello “scudo” del “Manuale di Frascati”, fino ad allora sconosciuto ai più. Basti pensare che la Ris. AE 2 aprile 2019 n. 40/E sulla c.d. “innovazione di processo” ha addirittura prodotto una interrogazione parlamentare (Risposta Interrogazione parlamentare 2...

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