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Possibili alternative alla gestione del TFR: vantaggi fiscali e finanziari a confronto

16 Settembre 2025 |

Quando si tratta di scegliere come gestire il proprio Trattamento di Fine Rapporto (TFR), molti lavoratori e i relativi datori si trovano a dover decidere tra mantenerlo in azienda o trasferirlo a un fondo pensione. Questa scelta può avere un impatto significativo, sia dal punto di vista fiscale, sia sul piano finanziario: per questo è importante valutare con attenzione ogni possibile variabile.

Sommario

La gestione del TFR interna o esterna all'azienda

Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è considerato a tutti gli effetti un debito dell'azienda nei confronti dei propri lavoratori, da onorare al momento della cessazione del rapporto di lavoro o di eventuali anticipazioni richieste. In genere l'imprenditore non vede di buon occhio il trasferimento del TFR di un dipendente alla previdenza complementare o a fondi esterni. Questo si verifica perché le aziende tendono a considerarlo come un “tesoretto” utile per l'autofinanziamento della propria attività.

Il TFR annualmente accantonato, però, rappresenta denaro dei dipendenti (e non dell'azienda) e, pertanto, non può essere utilizzato dall'azienda come forma di autofinanziamento, ma diventa a tutti gli effetti un esborso finanziario considerevole a cui il datore di lavoro deve far fronte obbligatoriamente. Ed ecco che si pone l'obiettivo di programmare ed ottimizzare la gestione di tali impegni per tutelare i propri dipendenti e garantire il pagamento del TFR e dei relativi anticipi.

L'art. 2120 c.c. stabilisce che “in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di f...

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