Dottrina / Riviste

Le deroghe al bis in idem e riflessi sugli accertamenti parziali e integrativi

28 Marzo 2025 |

L'introduzione dell'art. 9 bis L. 212/2000, ha sancito la positivizzazione del divieto del bis in idem in ambito tributario, ma non ha placato il dibattito riguardo ai rapporti tra il principio di unicità dell'azione fiscale e gli accertamenti parziali e integrativi, soprattutto per quanto riguarda la necessità o meno di far emergere nuovi elementi, basati su fatti differenti da quelli che sostenevano il primo atto impositivo.

Il contesto normativo

L'art. 1 D.Lgs. 219/2023 ha introdotto l'art. 9 Statuto dei diritti del contribuente, rubricato «Divieto di bis in idem nel procedimento tributario», in forza del quale «Salvo che specifiche disposizioni prevedano diversamente e ferma l'emendabilità di vizi formali e procedurali, il contribuente ha diritto a che l'amministrazione finanziaria eserciti l'azione accertativa relativamente a ciascun tributo una sola volta per ogni periodo d'imposta».

Da un attento esame della norma, appare subito chiaro che essa non sembrerebbe comportare, almeno nei suoi aspetti fondamentali, alcuna novità rilevante per l'attuale sistema fiscale italiano, poiché richiama quei principi di unicità e globalità dell'avviso di accertamento che già dovevano considerarsi insiti, in quanto presenti nelle specifiche disposizioni normative dei singoli tributi, le quali già stabilivano la necessità di evitare che la pretesa tributaria si manifestasse in modo disorganico attraverso una serie di atti distinti, mirati a ricostruire la capacità contributiva del contribuente per lo stesso periodo d'imposta, nel rispetto di precetti costituzionali specifici (artt. 24 e 113 Cost., relativi al diri...

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