Dottrina / Riviste

Ravvedimento operoso e schema d’atto: la regolarizzazione nel nuovo contraddittorio

29 Ottobre 2024 |

La riforma contenuta nel D.Lgs. 87/2024 ha innovato il processo di accertamento, semplificando la procedura e introducendo lo schema di atto di accertamento che rafforza il contraddittorio preventivo tra contribuente e A.F.. In tale ambito, andava rivisto il ravvedimento operoso nel contesto del nuovo contraddittorio preventivo: si introduce una riduzione progressiva delle sanzioni anche in fasi avanzate dell'attività di verifica fiscale, coordinandosi con lo schema di atto, la cui notifica non impedisce la regolarizzazione. Le sanzioni variano in base alla tempistica del ravvedimento operoso, con riduzioni da 1/7 fino a 1/4 del minimo, in funzione dell'avanzamento della procedura di accertamento.

Sommario

La regolarizzazione spontanea nel nuovo contraddittorio con schema d'atto

La recente riforma del sistema tributario ha introdotto importanti cambiamenti sia in termini di procedure sia di trasparenza nei confronti del contribuente. In particolare, lo schema di atto di accertamento, previsto dal nuovo Art. 6 bis L. 212/2000, è una delle principali innovazioni, semplificando il processo di produzione degli avvisi di accertamento e - soprattutto - evitando i cosiddetti accertamenti “a tavolino”, ovvero [sostituito “ovverosia” con “ovvero”] le verifiche fiscali avvenute a totale insaputa del contribuente, il quale in questi casi si vedeva recapitato, come prima ed unica comunicazione dell'ufficio fiscale, l'avviso di accertamento definitivo. In fin dei conti, si tratta della tendenza, ormai iniziata da alcuni anni, di rendere strutturale ed effettivo il contraddittorio preventivo con l'organo accertatore. Attualmente, lo schema di atto prevede un'unica comunicazione che include tutte le informazioni rilevanti, riducendo le fasi procedurali e migliorando la chiarezza e la trasparenza, prima della formalizzazione della pretesa tributaria. La riforma ha rafforzato il contraddittorio prev...

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