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Una necessaria retromarcia per la ZES unica

06 Agosto 2024 |

Il funzionamento della Z.E.S. appare legato a quelle che saranno, nei prossimi due anni, le risorse che il Governo potrà rinvenire nelle pieghe del bilancio dello Stato. Considerato il quadro attuale e il recente provvedimento sulla percentuale del tax credit fruibile, ci si allontana dallo spirito iniziale della legge istitutiva e dalle premesse che avrebbero spinto imprese italiane (ed estere) a delocalizzarsi nel Mezzogiorno.

Premessa

Le Zone Economiche Speciali (Z.E.S.) sono geograficamente delimitate nel territorio dello Stato in quella parte che riguarda il sud Italia e le Isole, definito comunemente “il Mezzogiorno”.

Esse nascevano con il DL 20 giugno 2017 n. 91 convertito con modifiche dalla L. 3 agosto 2017 n. 123.

Il tutto al fine di intervenire urgentemente per la crescita economica del Mezzogiorno d'Italia.

Dopo una partenza abbastanza farraginosa che vedeva la nomina dei vari Commissari nelle regioni comprese nel decreto, abbiamo assistito ad un'evoluzione ulteriore di tale beneficio con il Decreto Legge Sud approvato il recente 7 settembre che ha modificato integralmente la struttura dei benefici, nonché l'organizzazione burocratica, riunendo in un'unica Z.E.S. tutto il Mezzogiorno d'Italia a partire dal 1° gennaio 2024.

Ovviamente l'obiettivo del Ministero dell'Economia è stato quello di affidare ad un'unica regia la gestione dei fondi stanziati per il triennio 2024 – 2026 per una cifra intorno ai 4,5 miliardi.

Effetti normativi della Z.E.S. unica

In funzione di quanto precisato nella premessa, abbiamo assistito a quella che definiamo una “retromarcia necessaria” rispetto ai benefici inizi...

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