Attività immateriali06 Settembre 2023
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Un’attività immateriale viene definita dallo IAS 38 come un’attività non monetaria identificabile e priva di consistenza fisica; può essere contabilizzata solo a determinate condizioni. Vediamo quali. Il caso Le attività immateriali sono disciplinate dal principio IAS 38 (intangible assets). Un’attività immateriale viene definita dallo IAS 38 come “un’attività non monetaria (quindi che non sarà incassata per un ammontare determinato in denaro), identificabile e priva di consistenza fisica”. Un’attività immateriale può essere contabilizzata se:
Si ipotizzi il caso di una impresa che, in data 01/01/20XX, abbia ottenuto un brevetto industriale per il quale sono stati sostenuti i seguenti costi, direttamente imputabili allo stesso brevetto:
Il brevetto ha una durata legale di 20 anni. Nell’esercizio 20XX+3 il brevetto viene ceduto ad un’altra impresa per €50.000. Rilevazione iniziale dell’attività immateriale Le attività immateriali devono essere inizialmente rilevate al costo, per la cui determinazione è necessario distinguere tra:
La contabilizzazione delle attività generate internamente è spesso difficoltosa in quanto le attività immateriali generate internamente sono difficilmente individuabili e potrebbe essere difficoltoso stimarne il costo. L’azienda deve in primo luogo verificare che l’attività sia in una fase di sviluppo, in quanto i costi di ricerca non sono capitalizzabili (devono quindi essere imputati a conto economico). I principi contabili internazionali considerano "sviluppo" l’applicazione dei risultati della ricerca alla programmazione di una nuova produzione. Se l’attività è in una fase di sviluppo, la contabilizzazione è possibile soltanto alle seguenti condizioni:
Per espressa previsione dello IAS 38 alcune attività generate internamente non sono capitalizzabili, in quanto ritenute non autonomamente identificabili, tra queste l’avviamento e i marchi. Nel caso specifico, si tratta di un’attività generata internamente. Il costo del brevetto è dato dal costo delle prestazioni, dei professionisti e del personale, pari a complessivi €35.000 Rilevazioni successive dell’attività immateriale Le iscrizioni successive delle attività immateriali sono applicabili due modelli contabili:
In seguito alla rideterminazione, il valore netto contabile dell’attività dovrà essere pari al fair value. Questo può avvenire secondo due modalità:
In seguito alla rivalutazione, il valore netto contabile dell’attività potrà aver subito un incremento o un decremento:
Affinché il modello della rideterminazione del valore sia applicabile è necessario che esista un mercato attivo di riferimento. Di conseguenza, è espressamente esclusa l’applicabilità del modello di rideterminazione del valore per marchi, testate giornalistiche; diritti editoriali e brevetti. Questo modello è quindi difficilmente applicabile alle attività immateriali. Il principio IAS 38 richiede inoltre che la rivalutazione debba essere effettuata per tutte le attività incluse in ciascuna classe, salvo quelle per cui non esiste un mercato attivo. Il brevetto è un tipico caso di attività immateriale per cui non è possibile individuare un mercato attivo di riferimento. L’unico modello applicabile è pertanto quello del costo. Attività a vita utile definita ed attività a vita utile indefinita Le attività immateriali possono essere distinte in:
Nel caso dei brevetti la vita utile è facilmente identificabile nella durata legale dello stesso, nel caso specifico 20 anni. Ipotizzando che i benefici economici derivanti dall’attività siano costanti nel tempo, la quota di ammortamento annuale sarà pari a: €35.000 / 20 = €1.750 Eliminazione dell’attività immateriale L’attività immateriale deve essere eliminata in caso di cessione o dismissione (si prevede, cioè che l’attività non genererà benefici economici futuri tramite l’uso). La plusvalenza o minusvalenza derivante dall’eliminazione dell’attività deve essere determinata come: proventi netti della dismissione – valore netto contabile dell’attività In ogni caso, l’ammortamento di un’attività immateriale con vita utile definita non deve cessare se l’attività immateriale non viene più utilizzata, a meno che questa non sia stata completamente ammortizzata o classificata come posseduta per la vendita ai sensi dell’IFRS 5. Ritornando al nostro esempio, supponiamo che nell’esercizio 20XX+3 il brevetto industriale venga ceduto. Al fine di calcolare la plusvalenza/minusvalenza devono essere considerati i seguenti elementi:
La plusvalenza sarà pertanto pari a: €50.000 - €29.750 - €29.700 La plusvalenza dovrà essere imputata a conto economico, nella voce “altri ricavi”. In conclusione Quanto sopra esposto può essere sintetizzato in alcuni punti principali:
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