Dottrina / Riviste

Agevolazioni prima casa e residenza nel comune: vincolo formale o effettivo?

03 Febbraio 2023 |

Le agevolazioni prima casa consentono un notevole abbattimento delle imposte d'atto (o IVA), ma impongono il rigoroso rispetto delle condizioni normative di fruizione. Tra le stesse è richiesto che il contribuente abbia (o trasferisca entro 18 mesi dal rogito) la propria residenza nel Comune in cui si trova l'immobile oggetto di agevolazioni. La Cassazione ha avuto modo di pronunciarsi su alcuni casi specifici inerenti il rispetto del requisito.

Le agevolazioni prima casa: breve inquadramento della fattispecie

La disciplina delle agevolazioni prima casa è contenuta, ai fini dell'imposta di registro, nella nota II-bis all'art. 1 della Tariffa, Parte I, allegata al DPR 131/86. La medesima disposizione si applica anche ai fini IVA, stante il rinvio di cui al n. 21 della Tabella A, Parte II, allegata al DPR 633/72. Per quanto riguarda invece agli atti di trasferimento per successione o donazione, con effetti limitati alle imposte ipotecaria e catastale, si applica l'art. 69 c. 3 L. 342/2000.

I benefici premiali previsti, a determinate condizioni, per l'acquisto della prima casa da parte di soggetti privati (le agevolazioni sono precluse alle persone giuridiche, comprese le società semplici) sono notevoli.

In particolare, gli atti di trasferimento:

  • a titolo oneroso traslativi della proprietà o di diritti reali immobiliari soggetti ad imposta di registro scontano l'imposta di registro con l'aliquota del 2% (con il minimo di € 1.000,00) e le imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di € 50,00 ciascuna;
  • a titolo oneroso traslativi della proprietà o di diritti reali immobiliari imponibili ad IVA scontano tale imposta con...

Contenuto riservato agli abbonati.
Vuoi consultarlo integralmente?

Sei un abbonato

Non sei un abbonato

Se vuoi maggiori informazioni contatta il tuo agente di zona