Dottrina / Riviste

La disciplina del whistleblowing: tra tutela della riservatezza e procedimento disciplinare

18 Agosto 2022 |
Il whistleblowing svolge una funzione essenziale in termini di anti-corruzione o comunque di collaborazione concreta da parte dei lavoratori affinché l'attività imprenditoriale, così come quella dello Stato, non sia posta in essere con metodi illeciti, illegali, illegittimi. La normativa italiana tutela il lavoratore che segnala eventuali atti illeciti.
Sommario
Cosa è il Whistleblowing

Quando si parla di “whistleblowing” si fa riferimento ad un istituto giuridico, originato negli ordinamenti di common law e poi recepito anche in Italia, attraverso il quale si disciplina – e tutela – la posizione dei dipendenti che segnalano eventuali condotte illecite da parte del datore di lavoro, sia esso un privato oppure una Pubblica Amministrazione (in persona del dirigente). L'istituto, inizialmente poco compreso, svolge una funzione essenziale in termini di anti-corruzione o comunque di collaborazione concreta da parte dei lavoratori affinché l'attività imprenditoriale, così come quella dello Stato, non sia posta in essere con metodi illeciti, illegali, illegittimi.

Letteralmente il “whistleblowing” è la c.d. “soffiata” dove il segnalante è un lavoratore che ottiene una duplice tutela:

  • la prima, quella dell'anonimato e della riservatezza verso gli altri colleghi, al fine di evitare spiacevoli forme di mobbing orizzontale di vario tipo;
  • la seconda, la tutela del posto di lavoro nei confronti di atteggiamenti ritorsivi da parte del datore segnalato, che volesse (in un certo senso) vendicarsi.

Contenuto riservato agli abbonati.
Vuoi consultarlo integralmente?

Sei un abbonato

Non sei un abbonato

Se vuoi maggiori informazioni contatta il tuo agente di zona