Dottrina / Riviste

La settimana corta tra opportunità e criticità

04 Novembre 2022 |
Le recenti vicende pandemiche, la sperimentazione diffusa dello smart working e la necessità di risparmiare i costi dell'energia, hanno modificato l'approccio al lavoro in termini più flessibili. Da qualche tempo si parla nuovamente della c.d. settimana corta, tornata all'attenzione degli operatori del mondo del lavoro a seguito dell'iniziativa proposta da un noto gruppo bancario che intende sperimentare tale modulazione dell'orario. L'eventuale introduzione anche in Italia della settimana corta, già attuata in molti paesi europei da anni, si colloca all'interno di un dibattito economico-giuridico che merita particolare attenzione.
Sommario
Cos'è la settimana corta

Sulla scia della sperimentazione del lavoro agile nel periodo emergenziale pandemico, la ricerca di nuove forme di flessibilità passa anche per la settimana corta, tanto che per molti essa rappresenterebbe l'evoluzione fisiologica dello stesso lavoro agile. Più correttamente con la locuzione “settimana corta” si intende la settimana lavorativa di 4 giorni invece di 5.

Nella sua teorizzazione più restrittiva la settimana corta prevederebbe meno ore di lavoro settimanali a parità di retribuzione. I sostenitori di questa tesi asseriscono che tale distribuzione dell'orario di lavoro porterebbe ad un aumento della produttività dei dipendenti e, al contempo, migliorerebbe l'equilibrio tra vita privata e lavoro.

La formula meno restrittiva invece non interviene tranchant sull'orario di lavoro e lascia immutato il monte ore settimanali, distribuite su un numero di giornate ridotto, di fatto estendendo l'orario di lavoro giornaliero (ad esempio 40 ore settimanali suddivise su quattro giornate anziché cinque, con un orario giornaliero di 10 ore anziché 8). Anche in questo caso ne risulterebbe rafforzato il benessere dei dipendenti.

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