17/01/2022 | Sara Armella
Il Comando generale della Guardia di Finanza ha fornito indirizzi strategici relativi all'attività di controllo sulle operazioni internazionali, rafforzando l'utilizzo di strumenti di analisi digitali per contrastare i fenomeni di frode riguardanti valore, origine e classificazione delle merci (Circ. Guardia di finanza 6 ottobre 2021 n. 282023).
Il Comando generale della Guardia di Finanza ha fornito molti significativi indirizzi in relazione ai controlli delle merci in dogana attraverso l'utilizzo di sistemi informatici, offrendo un'anticipazione delle direttive che, non appena formalizzate, saranno inviate ai reparti operativi.
L'intelligence della Guardia di Finanza si caratterizza per l'utilizzo, sempre più frequente, di presidi di vigilanza virtuali all'interno degli spazi doganali, coerentemente con le linee evolutive della normativa europea, per cui lo stop allo sdoganamento e la verifica fisica delle spedizioni sono riservate solo a casi percentualmente limitati, per non ostacolare i flussi internazionali. Le verifiche sono, dunque, effettuate soltanto nei casi di maggiore rischio, determinato mediante sistemi di analisi dei rischi, attraverso procedimenti informatici. L'esigenza di tutelare gli interessi finanziari dell'Unione europea e degli Stati membri, da un lato, e la necessità di rendere più fluidi e spediti i traffici commerciali, dall'altro, ha portato a potenziare l'utilizzo di strumenti di analisi digitali da parte della Guardia di finanza nei controlli in materia doganale riguardo i fenomeni di frode in relazione al valore, l'origine e classificazione doganale delle merci.
Indirizzi operativi sui controlli delle merci in dogana
La circolare, in particolare, è volta a valorizzare il patrimonio informatico contenuto nelle banche dati, ormai indispensabile per rendere più efficace il contrasto alle violazioni doganali e tempestiva l'azione di repressione degli illeciti transazionali.
A tal riguardo, l'azione operativa del Corpo si focalizza sulla possibilità di contrastare i fenomeni di illegalità economico-finanziaria, anche grazie alle risultanze delle banche dati fiscali e doganali. Con la circolare in commento la Guardia di Finanza sottolinea l'importanza di un'adeguata intelligence.
In primo luogo, sono state messe a disposizione delle unità operative diverse aree nella piattaforma “COGNOS” e una di queste, denominata “analisi di rischio GDF”, consente di ottenere le principali informazioni contenute nelle dichiarazioni doganali che, integrate con le banche dati fiscali, possono essere utili al fine individuare possibili frodi doganali. L'utilizzo di piattaforme informatiche assume rilevanza anche sotto il profilo delle modalità di esecuzione dei controlli. E invero, in caso di controlli sulla dichiarazione riguardo il valore, l'origine o la classificazione doganale, attraverso lo scambio di informazioni presenti nei canali informatici (c.d. Analisi dei rischi GDF) e quelle inserite in banche dati doganali, è possibile individuare eventuali anomalie riguardo l'oggetto dell'attività svolta, l'importo della merce venduta o il Paese di origine.
I temi affrontati dalla circolare della Guardia di Finanza devono essere coordinati anche con alcuni limiti posti dalla giurisprudenza in relazione alla possibilità di utilizzare banche dati sul valore, ai fini della rettifica del valore doganale di importazione. Al tal riguardo, la Corte di Cassazione ha affermato che le banche dati, tra cui anche Cognos, possono essere utili strumenti per l'analisi delle operazioni da sottoporre a controllo, ma eventuali rettifiche del valore devono essere adottate nel rispetto dei criteri previsti dagli artt. 70 e s. Reg. UE 952/2013 (Cass. 25 gennaio 2019 n. 2214).