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Il trasferimento della dipendente in un luogo disagevole è mobbing


28/12/2021 | La Redazione

Il trasferimento della dipendente pubblica in una stanza disagevole, nell'ambito di un più generalizzato contesto persecutorio, è considerato mobbing (Cass. 2 dicembre 2021 n. 38123).

La condotta del datore di lavoro nei confronti del dipendente si configura come mobbing anche se posta in essere con atti di per sé leciti.

Nel caso di specie la dipendente comunale:

- ha subito lo spostamento in una stanza inidonea (carenze logistiche, fascicoli poggiati sul pavimento per mancanza di scaffali) al piano terreno destinata alle relazioni con il pubblico, giustificato col preteso recupero di una stanza per gli assessori poi assegnata ad altra collega. La donna continuava comunque a conservare la titolarità del suo ufficio;

- è stata incaricata di svolgere compiti estranei alle responsabilità proprie delle sue mansioni;

- non è stata confermata nella posizione organizzativa dell'area amministrativa, affidata ad altro collega in passato valutato come poco adatto alla posizione organizzativa e di coordinamento, e poi dopo il pensionamento di quest'ultimo affidata ad altri;

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