20/03/2023 | Maurizio Tarantino
La Direttiva green, oltre a concentrarsi sugli immobili residenziali, traccia la strada anche per gli edifici pubblici che dovranno essere costruiti secondo il modello ZEB (Zero emission buildings). Si analizzano gli impatti sui bonus edilizi e sugli immobili.
Fonte: QuotidianoPiù
Le detrazioni fiscali per la ristrutturazione degli immobili in Italia potrebbero essere messe a rischio dalla Direttiva UE sulle case green. Da quanto appreso dalla Direttiva, gli Stati membri dovrebbero eliminare gradualmente i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffrescamento e non dovrebbero offrire incentivi finanziari per l'installazione di caldaie a combustibile fossile a partire dall'entrata in vigore della presente Direttiva. Su tale aspetto, giova ricordare che in Italia, l'agevolazione, al momento, permette di ottenere indietro fino al 65% della spesa per l'installazione di un dispositivo a condensazione. Secondo gli obbiettivi della Direttiva, l'agevolazione “potrebbe” subire modifiche (ad esempio, l'agevolazione fiscale potrebbe essere concessa a coloro che intendono installare caldaie ibride o caldaie alimentate con energia green). Per meglio dire, gli Stati membri dovrebbero introdurre misure volte a garantire che l'utilizzo di impianti di riscaldamento a combustibili fossili nei nuovi edifici e negli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, a ristrutturazioni profonde o a ristrutturazioni dell'impianto di riscaldamento non sia autorizzato a decorrere dalla data di recepimento della presente Direttiva e a eliminare gradualmente l'uso di impianti di riscaldamento a combustibili fossili in tutti gli edifici entro il 2035 o, se si dimostra alla Commissione che ciò non è fattibile, entro il 2040. Ciò contribuirà altresì a ridurre la dipendenza dell'Unione dalle importazioni da paesi terzi, ad abbassare le bollette energetiche dei cittadini e la loro vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi e ad arrestare il superamento dei valori limite dell'inquinamento atmosferico.
Impianti fotovoltaici obbligatori
Dunque (entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente Direttiva), gli Stati membri provvedono affinché tutti i nuovi edifici siano progettati in modo da ottimizzare il loro
potenziale di produzione di energia solare sulla base dell'irraggiamento solare del sito, consentendo la successiva installazione di tecnologie solari efficienti sotto il profilo dei costi. Quindi, gli Stati membri garantiscono l'installazione di adeguati impianti a energia solare, se tecnicamente idonei e realizzabili sotto il profilo economico e funzionale, come segue:
- entro (24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente Direttiva), su tutti i nuovi edifici pubblici e i nuovi edifici non residenziali;
- entro il 31 dicembre 2026, su tutti gli edifici pubblici esistenti e gli edifici non residenziali;
- entro il 31 dicembre 2028, su tutti i nuovi edifici residenziali e i parcheggi coperti;
- entro il 31 dicembre 2032, su tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazione importante.
In tema, la Direttiva prevede che per incoraggiare il consumo di energia rinnovabile in loco, compresi i pannelli solari sui tetti in linea con l'iniziativa europea per i tetti solari, e in aggiunta al quadro generale comune, gli Stati membri dovrebbero adottare le misure necessarie per far sì che nella metodologia di calcolo siano riconosciuti e considerati i benefici derivanti dalla massimizzazione del consumo di energie rinnovabili in loco, anche per altri usi (ad es. i punti di ricarica per veicoli elettrici), tenendo conto della capacità di rete attuale e futura.
Ristrutturazione difficile
L'Unione Europea ha votato la legge per la ristrutturazione obbligatoria delle case per ridurre le emissioni inquinanti delle case garantendo un miglior efficientamento energetico, con l'obiettivo entro il 2030, di avere tutti gli immobili sia residenziali e sia non residenziali con classe energetica E. Secondo quanto è attualmente previsto, l'obbligo di ristrutturazione trova applicazione per tutte le case e gli edifici di classe inferiore a E ed entro il 2023 tutti gli edifici e le case di classe energetica inferiore a E, cioè F e G, dovranno migliorare la propria classe energetica. A tal proposito, come osservato dalle associazioni di categoria, la situazione in Italia risulta alquanto complessa, in quanto gli obiettivi fissati dalla nuova Direttiva del Parlamento Europeo appaiono pressoché irraggiungibili. Difatti, secondo l'ANCE, per raggiungere la classe energetica E per tutte le case sarebbero necessari ben 630 anni, mentre per la classe D servirebbero addirittura 3.800 anni. Questo a causa del fatto che il 74% delle abitazioni italiane, pari ad 11 milioni di case, sarebbero attualmente in classe energetica inferiore alla D, come evidenziato dalle stime dell'Enea.
Infine, contro ai provvedimenti, ci sono coloro che si dimostrano perplessi sui deprezzamenti degli immobili inquinanti. Resta inteso che, prima di diventare effettivamente definitiva ed operativa, la Direttiva sulle case green deve passare il vaglio della sessione plenaria del Parlamento europeo.
Il miglioramento della prestazione energetica nell'edilizia
La gestione del fabbisogno energetico è uno strumento importante che permette all'Unione di influenzare il mercato mondiale dell'energia e quindi la sicurezza dell'approvvigionamento energetico nel breve, medio e lungo termine. Il miglioramento dell'efficienza energetica e della prestazione energetica nell'edilizia attraverso ristrutturazioni profonde ha enormi benefici sociali, economici e ambientali. Inoltre, l'efficienza energetica è il metodo più sicuro ed efficiente sotto il profilo dei costi per ridurre la dipendenza dell'Unione dalle importazioni energetiche e attenuare l'impatto negativo di prezzi energetici elevati. Ebbene, come indicato dalla Direttiva, per garantire che tutti i cittadini traggano vantaggio dal miglioramento della prestazione energetica degli edifici e dai benefici associati in termini di qualità della vita, ambiente, economia e salute, è opportuno predisporre un quadro normativo, finanziario e consultivo adeguato a sostenere le ristrutturazioni edilizie. Occorre prestare particolare attenzione alle famiglie vulnerabili e a medio reddito, che spesso vivono negli edifici che presentano le prestazioni peggiori, sia nelle zone urbane che in quelle rurali.
Norme minime di prestazioni energetiche
La Direttiva prevede che gli Stati membri provvedono affinché tutti gli edifici rispettino le norme minime di prestazione energetica, a partire dagli edifici con le prestazioni peggiori. Quindi, gli Stati membri garantiscono che:
1) gli edifici e le unità immobiliari di proprietà di enti pubblici, compresi le istituzioni, gli uffici, gli organi e le agenzie dell'Unione e quelli affittati da tali organi conseguano al più tardi:
- dal 1º gennaio 2027, almeno la classe di prestazione energetica E;
- dal 1º gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica D;
2) gli edifici e le unità immobiliari non residenziali, diversi da quelli di cui alla lettera a), conseguano al più tardi:
- dal 1º gennaio 2027, almeno la classe di prestazione energetica E;
- dal 1º gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica D;
3) gli edifici e le unità immobiliari residenziali conseguano al più tardi:
- al 1º gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica E;
- dal 1º gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D.
Inoltre, la nuova Direttiva case green non si applica ai monumenti, e i Paesi UE avranno la facoltà di escludere anche edifici tutelati in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto.
Infine, secondo la Commissione Europea, ridurre queste emissioni è un passo fondamentale per raggiungere la neutralità climatica. Invero, come precisato dalla Direttiva in esame, tutti gli edifici esistenti dovranno ottenere classi di prestazione energetica superiori entro il 2030, il 2040 e il 2050, in vista dell'obiettivo della neutralità climatica nel 2050 al fine di garantire un parco immobiliare nazionale ad alta efficienza energetica e decarbonizzato e la trasformazione degli edifici esistenti in edifici a emissioni zero entro il 2050.